Tra la fine del XVIII secolo ai primi anni del XIX secolo, in Sardegna si verificarono una serie di moti antifeudali che raggiunsero il loro culmine nel 1796. Nel 1795 si verificarono nel Logudoro le principali sollevazioni popolari contro i feudatari e alcuni comuni realizzarono i primi strumenti di unione e di concordia, nei quali dichiaravano con un atto notarile di non riconoscere l’autorità dei feudatari. Inoltre un esercito contadino riuscì a occupare Sassari, città roccaforte dei feudatari. Per porre fine ai disordini nel Logudoro, e riportare Sassari sotto il comando di Cagliari, nel febbraio del 1796, il Viceré decise di inviare nel nord Sardegna come Alternos, il giudice della Reale Udienza Giovanni Maria Angioy.
Ma nel giro di pochi mesi dal suo arrivo a Sassari, l’operato dell’Angioy fu messo in cattiva luce e ciò portò alla decisione da parte dello stesso Angioy e dei suoi seguaci di marciare con un esercito antifeudale verso Cagliari. Tuttavia la marcia si concluse anticipatamente a Oristano, costringendo l’ex Alternos all’esilio.
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