Sulis, Vincenzo

Nato a Cagliari nel 1746, da una famiglia di umili origini. Studiò nell’università cittadina fino al 1763, quando morta la madre decise di farsi frate mercedario preso il convento di Bonaria.
Costretto a lasciare il convento, ritorno per un breve periodo nella casa paterna, andò a successivamente a vivere prima con una zia e, in seguito, con una vedova che possedeva una fabbrica di candele. Arrestato dopo una denuncia del padre, fu liberato dopo 6 mesi e cominciò a dedicarsi al contrabbando. Dopo essere stato perdonato, decise di cambiare vita, terminò gli studi in legge e conseguì il titolo di notaio.
Durante l’invasione francese del 1793, armò e guidò personalmente le milizie popolari, mentre l’anno successivo durante la sommossa antipiemontese, fu il comandante delle milizie di Stampace. Inoltre gli Stamenti si rivolsero a lui per ristabilire l’ordine dopo gli eccidi del Pitzolo e del marchese della Planargia.
Fu uno dei principali collaboratori dei Savoia dopo il loro arrivo nell’isola. Ben presto fu messo in cattiva luce e accusato di cospirare contro la famiglia reale ma riuscì a dimostrare la sua innocenza. Fu di nuovo perseguito e dopo una breve fuga, fu condannato all’ergastolo che scontò nella torre dello sperone di Alghero.
Nel 1820 fu perdonato da Carlo Felice, pur rimanendo un personaggio scomodo. Infatti l’anno successivo fu rinchiuso nel forte di san Vittorio alla Maddalena e una volta scarcerato fu costretto a risiedere nell’isola, dove morì nel 1834 dopo aver passato gli ultimi anni della sua vita a scrivere la sua autobiografia.