Tentata invasione francese della Sardegna (1793)

Fu il terzo attacco militare che la Sardegna subì in età moderna, da parte della Francia. La prima si era verificata nel 1527 durante le guerre d’Italia, con l’assedio di Castelaragonese (oggi Castelsardo) e il saccheggio di Sassari, mentre la seconda durante la guerra dei trent’anni quando nel 1637 Enrico di Lorena riuscì a occupare e saccheggiare per una settimana Oristano.
La spedizione in Sardegna del 1792/93, fu programmata per indebolire le posizioni dei Savoia, che proprio tra la fine del 1792 e gli inizi del 1793 furono costretti a cedere alla Francia, la Savoia e la contea di Nizza. La conquista dell’isola era considerata facile per il malcontento degli abitanti nei confronti dell’amministrazione sabauda, inoltre avrebbe permesso alla Francia di avere dei sicuri porti per la sua flotta in caso di una futura guerra con il Regno di Gran Bretagna.
Dopo aver occupato l’isola di San Pietro, che fu ribattezzata isola della Libertà, e la vicina isola di Sant’Antioco, i francesi bombardarono la città di Cagliari e sbarcarono nei pressi di Quartu, ma furono duramente respinti dai Miliziani, fatto che costrinse i francesi a ritirarsi e rinunciare all’impresa.
In contemporanea ci fu un secondo attacco francese nell’arcipelago della Maddalena, dove si distinse il nocchiere Domenico Millelire, che riuscì insieme a un gruppo di volontari a respingere l’attacco di una squadra francese comandata da Napoleone Bonaparte, il quale intendeva occupare la cittadina. Grazie a questa impresa, il Millelire fu il primo militare a ricevere la medaglia d’oro al valor militare. Nei mesi successivi le isole di San Pietro e di Sant’Antioco furono riconquistate, completando il fallimento della spedizione francese.